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Gli “altri” giardini

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Roccolo di Pre Checo (foto di Graziano Soravito)

È dal lontano 2009 che l’Ecomuseo si occupa attivamente dei roccoli di Montenars, vere e proprie opere di ingegneria arborea, un tempo utilizzati per la cattura degli uccelli migratori e oggi riscoperti come elementi caratteristici di un paesaggio prodotto dalla comunità locale. Ne restano quattro delle decine che nel secolo scorso punteggiavano il territorio: ben conservate, pregevoli per le dimensioni e il fascino delle forme, queste ultime uccellande resistenti al tempo e all’avanzare del bosco sono servite, come tutte le altre, a colmare le carenze alimentari dovute alle difficili condizioni di vita di una volta. Valgono non una ma tante visite, magari nelle diverse stagioni dell’anno o in occasione delle numerose iniziative proposte dall’Ecomuseo per la loro valorizzazione. Domenica 18 maggio nell’ambito di “Giardini aperti in Friuli Venezia Giulia”, evento organizzato dal Circolo “Amici in giardino”, l’Ecomuseo promuove delle passeggiate alla scoperta del Roccolo del Postino e del Roccolo di Pre Checo.

La manifestazione ha lo scopo di divulgare la cultura e il rispetto del verde. La 14ª edizione propone al pubblico la visita a oltre 50 giardini privati sparsi in tutto il territorio regionale. I proprietari apriranno gratuitamente le loro porte: spazi piccoli, medi e grandi, giardini a tema, luoghi che testimoniano la passione di tenere viva una cultura antica. Da quest’anno anche i roccoli di Montenars fanno parte di questa grande “famiglia” costituendo un unicum di assoluto richiamo, ancora oggi sottoposti a manutenzione da parte dei proprietari mediante laboriose potature che richiedono tempo e sacrifici. Sono due le visite guidate in programma a Montenars, il ritrovo è alle 10 e alle 15 presso il Roccolo del Postino lungo la strada comunale che collega Montenars a Tarcento. Prenotazione obbligatoria a [email protected], 338 7187227.

Il Roccolo del Postino (il nome richiama il mestiere svolto dal proprietario) è costituito da un tondo di carpini bianchi. Un tempo l’impianto era completato, sul versante oltre la strada, da un secondo anello e da una passata di collegamento, ormai avvolti dal bosco. Si trattava di un sistema articolato che permetteva di aumentare le catture dei migratori, facendo uso dello spauracchio all’interno dei tondi e intercettando, mediante la tesa rettilinea, gli uccelli che non entravano nei due corpi circolari.

Il Roccolo di Pre Checo è appartenuto a un montenarese importante: Don Francesco Placereani (1920-1986), sacerdote, teologo, autonomista, animatore della scena politico-culturale negli anni ’60 e ’70 in Friuli. L’uccellanda è costituita da un tondo in posizione più elevata e una passata che assume la forma di una bressana, dove si erge un carpino secolare. A margine del roccolo, un “cantiere del paesaggio” organizzato nel 2016 dall’Ecomuseo ha recuperato un muro in pietra a secco, per favorire la potatura esterna dell’impianto.

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Newsletter dell'Ecomuseo delle Acque | n. 416 | Maggio 2025
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