| Majano è uno dei sei comuni che fanno parte dell’Ecomuseo, definendo un territorio dove la pianura alluvionale viene chiusa dai depositi frontali del ghiacciaio tilaventino: due unità geografiche, il Campo di Osoppo-Gemona e l’Anfiteatro morenico, si incontrano e compenetrano. La prossima escursione naturalistica programmata in collaborazione con ForEst prevede un itinerario originale, alla scoperta delle colline di Susans, da risalire e percorrere con lentezza e capacità d’osservazione, secondo un approccio dichiaratamente ecomuseale. Di questi rilievi è interessante la storia geologica, testimone di vivaci momenti vissuti dalla nostra regione prima e dopo l'ultimo acuto glaciale. In un contesto rurale e ambientale di grande pregio, si incroceranno vecchi e nuovi muretti a secco e inaspettate sorgenti: un connubio tra campagna coltivata, prati stabili, boschi e ampi panorami sulle prealpi e i colli circostanti, di cui si godrà la bellezza alla luce del tramonto. |
|
L’escursione avrà luogo sabato 2 settembre con ritrovo alle 16 a Susans nel parcheggio di Borc de Glesie, di fronte al bar ristorante “Al Bistrò”. L’itinerario è di 7 km su sentieri e viabilità campestre con qualche breve tratto ripido, è richiesto un minimo allenamento alla camminata. Il dislivello è di circa 150 metri, la durata complessiva dell’escursione è di 3 ore e mezza. Sono richiesti scarpe o scarponcini da trekking, equipaggiamento anti-pioggia per ogni eventualità, torcia frontale per il rientro poco dopo il tramonto. Bastoncini da trekking facoltativi. È necessaria l’iscrizione (info@ecomuseodelleacque, 338 7187227), massimo 25 persone. |
|
Il primo tratto dell’itinerario coincide con l’antico percorso di collegamento tra i due borghi principali di Susans, il Borc de Glesie e il Borc de Vile. Il tracciato, un tempo frequentatissimo, è affiancato da un tratto di muro in pietra a secco, recuperato dall’Ecomuseo in uno dei suoi “cantieri del paesaggio”. Il ripristino è il risultato di un processo partecipativo, sostenuto dal Comune di Majano, che si chiama “mappa di comunità”: ha coinvolto le associazioni e gli abitanti del luogo focalizzando l’attenzione sul patrimonio “vivente” e non tutelato diffuso sul territorio. Il muro divisorio separa il percorso pubblico dai terreni privati e rientra in quella tipologia di opere minori che ha segnato la storia di Susans. Le pietre utilizzate per il ripristino del muro sono tutte di provenienza locale. |
|
Muro in pietra a secco (foto di Graziano Soravito) |
|
|
| |
|
|