| Il Comune di Buja e l’Ecomuseo, in collaborazione con altre associazioni, organizzano la presentazione del documentario “Incanto d’erba… e urgenza” di Roberto Pizzutti, in programma venerdì 28 aprile alle 18 presso la Biblioteca comunale “6 di mai dal 1976” a Buja. Interverrà l’autore. I prati stabili sono quelle formazioni erbacee che non hanno subìto il dissodamento e vengono gestite attraverso lo sfalcio o il pascolo. Sono costituite da un numero elevato di specie vegetali erbacee, alcune presenti solo nella nostra Regione, appartenenti a numerose famiglie, la più importante delle quali, per valore naturalistico, è quella delle orchidee. Persa la ricchezza di queste formazioni, interessate da una grande varietà e complessità di forme viventi, non sarà più possibile il loro ripristino. |
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La finalità del documentario è far conoscere, proteggere e promuovere questo prezioso patrimonio ambientale, attrarre interesse e allo stesso tempo disincentivare la “rottura” dei prati stabili a favore di colture intensive o di ulteriore urbanizzazione. È importante mantenere questi ecosistemi per vari motivi: naturalistico, agronomico, storico culturale, paesaggistico, di conservazione del suolo, di accumulo di sostanza organica. Nonostante una legge regionale di tutela, il pericolo di perdere i pochi prati stabili ancora esistenti è elevato: arature, eccesso di concimazione, realizzazione di opere che alterano il contesto, il rimboschimento sono le principali cause della loro scomparsa. |
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Il prato stabile favorisce la cattura e il mantenimento del carbonio nel sottosuolo. La fotosintesi clorofilliana trattiene l’anidride carbonica e accumula carbonio nei tessuti delle piante. Decomponendosi, danno vita a una sostanza organica che favorisce i processi biochimici che avvengono nel suolo. L’aratura, al contrario, determina una degradazione di questa sostanza e la relativa emissione di anidride carbonica. Ecco perché, per una superficie agricola, il rispetto della condizione di “prato stabile” favorisce la diminuzione di emissioni di gas serra. (Fonte: “Agricoltura”, maggio/giugno 2017) |
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Orchidea a Osoppo (foto di Villiam Covasso) |
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