Dal 15 aprile al 28 maggio le sale del Castello Savorgnan ospiteranno la mostra “Enrico Adotti. Armonia e grazia del ferro battuto”, dedicata a una figura di spicco nella vita artistica della comunità arteniese. Curata dagli eredi e promossa dal Comune di Artegna, la mostra verrà inaugurata venerdì 14 aprile alle 18. Sarà visitabile sabato, domenica e festivi la mattina dalle 10 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15 alle 18:30 ad aprile, dalle 15.30 alle 19 a maggio.

L’esposizione raccoglie un’ampia serie di sculture in ferro battuto del “bravo artigiano” (Adotti non voleva essere definito “artista”) corredate da varie fotografie di altrettanti lavori. La maggior parte delle opere traggono spunto dalla natura: Adotti aveva una particolare predilezione per i tralci di vite, riuscendo a dare forma a grappoli e foglie di incredibile realismo, mentre del mondo animale amava riprodurre cervi e caprioli. Con le sue creazioni ha saputo domare e forgiare il ferro, che attraverso la fiamma della fucina diventava docile e plasmabile.

Enrico Adotti (1921-2016), arteniese, per tutta la vita ha avuto a che fare con il ferro. Nato in una famiglia di fabbri, ha frequentato a Gemona la Scuola d’Arte e Mestieri, dove è riuscito a carpire segreti e rudimenti della lavorazione del ferro battuto. Nella vita lavorativa ha svolto con competenza incarichi di costruzione e manutenzione di attrezzature e macchine per la produzione di laminati. Solo dall’inizio del pensionamento, avvenuto nel 1981, e fino al 2004 ha potuto finalmente coltivare la passione per il ferro battuto, scintilla riemersa dagli anni giovanili. Si è spento nella sua casa di via Micossi ad Artegna, accanto all’officina che lo ha visto attivo fin oltre ottant’anni e che ancora custodisce gli strumenti della sua arte.