| 18 le classi partecipanti, 300 gli alunni coinvolti, 6 i musei e gli allestimenti etnografici della Regione (Tolmezzo, Treppo Grande, Artegna, Forni di Sopra, Fontanabona, Farra d’Isonzo) disponibili ad accogliere insegnanti e studenti. Questi i numeri del progetto “Adotta un attrezzo”, promosso dall’Ecomuseo, finanziato dalla Regione, sviluppato nell’arco di due anni scolastici. Spesso le idee semplici sono quelle che sfuggono ai più: per conoscere e riscoprire il patrimonio popolare della cosiddetta civiltà contadina, gli studenti dovevano far visita ai musei e prendere in custodia un attrezzo delle collezioni che vi sono conservate, studiandone le funzioni e collocandoli nei rispettivi territori in rapporto al contesto e al tempo. Interviste a testimoni e anziani, ricerca di fonti e documenti, confronti con esperti, laboratori artigianali, uso accurato della lingua friulana, hanno segnato tanti percorsi didattici originali e partecipativi. |
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Tra le classi che hanno preso parte al progetto, tutte premiate per gli elaborati di qualità e originalità prodotti dai ragazzi, sono state segnalate – come previsto dal regolamento – la scuola primaria di Treppo Grande per il lavoro collettivo che ha portato alla realizzazione di una vera e propria “mappa di comunità dei ragazzi”, la classe 5ªA della primaria di Caneva che ha adottato e descritto con grande fantasia due strumenti molto particolari (la gramola e il telaio), le sezioni A e B della 3ª di Piovega che hanno aperto le porte della scuola a un artigiano cestaio privilegiando la manualità. Tutti gli elaborati sono esposti in una mostra allestita per l’intero mese di giugno presso la sede dell’Ecomuseo in piazza Municipio a Gemona. La premiazione del concorso, a cui hanno partecipato il vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla cultura Mario Anzil, amministratori comunali, insegnanti e genitori, si è trasformata in una bella giornata di festa. |
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«Viviamo in una regione di confine, segnata da storie diverse, incontri e incroci di civiltà. Per costruire una cultura del rispetto e dell’amicizia, dobbiamo partire dalla conoscenza delle nostre radici. In un’epoca in cui la tecnologia rischia di farci dimenticare il valore delle mani e della manualità, riscoprire gli strumenti del lavoro e della vita quotidiana dei nostri nonni significa anche riscoprire la dignità del fare, della cura e dell’ingegno. Anche per questo il progetto “Adotta un attrezzo” ha insegnato ai più giovani che il passato non è qualcosa da conservare in un museo, ma una chiave per capire chi siamo e per dialogare con chi ha un’identità diversa dalla nostra» (Mario Anzil, assessore regionale alla cultura). |
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Elaborato della Scuola Primaria di Osoppo |
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