| Il lancio è stato effettuato: dopo le prime iniziative e le collaborazioni avviate in questi mesi, l’Ecomuseo ha organizzato nella propria sede un incontro rivolto alle amministrazioni e agli enti pubblici per illustrare finalità, contenuti e metodologie di lavoro alla base del processo partecipativo del Contratto di Fiume, per una rigenerazione ambientale del bacino del Ledra. Erano presenti gli amministratori dei comuni di Artegna, Buja, Gemona, Montenars, Osoppo e San Daniele, della Comunità di montagna del Gemonese e della Comunità collinare del Friuli, nonché i rappresentanti del Consorzio di bonifica Pianura Friulana, del CAFC e dell’ETPI. Assente giustificata l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, causa concomitanza con l’attività istituzionale. Gli interventi di Francesco Visentin, geografo dell’Università di Udine e coordinatore del Tavolo di lavoro regionale, e di Marco Lipizer, referente della Regione per i CdF, hanno evidenziato la portata innovativa del processo aprendo al confronto. |
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I prossimi passi dell’Ecomuseo, finalizzati alla definizione del Documento di Intenti previsto dalla normativa, riguarderanno l’organizzazione di incontri informativi e conoscitivi indirizzati alla popolazione, alle categorie interessate e agli ordini professionali, eventi formativi, uscite per una conoscenza diretta del territorio, allestimento di mostre sul tema, attività didattiche e di sensibilizzazione nelle scuole. L’obiettivo è definire una rete di attori territoriali che possano svolgere una efficace funzione di supporto a quello che si preannuncia un vero e proprio processo di programmazione negoziata e partecipata. Un video della youtuber Maria Giovanna Zampa, presentato in anteprima all’incontro di Gemona, introdurrà le varie iniziative pubbliche e contribuirà a promuovere il processo sui social. |
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«La forza innovativa dei Contratti di Fiume è data dalla possibilità concreta di affiancare agli strumenti di programmazione negoziata strumenti strutturati di democrazia partecipativa, che riguardano sia i soggetti in relazione specifica con il fiume sia gli abitanti in quanto fruitori del fiume come bene e spazio pubblico. Sono soggetti da attivare non occasionalmente su un problema specifico, ma in un percorso partecipativo caratterizzato dalla continuità, dall’interscalarità delle problematiche e dall’interazione reciproca su questioni riguardanti il benessere e la qualità della vita» (Alberto Magnaghi, territorialista). |
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Meandro del Fiume Ledra (archivio Ecomuseo) |
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