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Un “contratto” per il fiume Ledra

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Fiume Ledra (foto di Graziano Soravito)

Nel 2025 l’Ecomuseo delle Acque compirà 25 anni, nel corso dei quali ha avviato e realizzato numerosi progetti significativi privilegiandoli rispetto all’ordinarietà delle iniziative. Nel campo della museologia, si è dimostrato una realtà anomala, irregolare, valorizzando e sostenendo il patrimonio diffuso e le comunità di riferimento e puntando sulla loro partecipazione ai programmi che si è dato. I cinque lustri saranno l’occasione per una nuova sfida ovvero promuovere il processo partecipativo su cui si basa uno strumento fondamentale e innovativo per la gestione di un territorio: il Contratto di fiume, relativo a un corso d’acqua, il Ledra, in stretta relazione con l’Ecomuseo. Sarà un viaggio lungo e impegnativo, che richiederà uno sforzo non solo istituzionale ma anche culturale, facendo collaborare amministrazioni e cittadini, associazioni e categorie.

I presupposti ci stanno tutti: l’Ecomuseo opera in un bacino idrografico, comprendente una pianura alluvionale innervata da risorgive (il Campo di Osoppo-Gemona) e un settore montano solcato da un torrente (l’Orvenco); ha contribuito a un’esperienza che ha anticipato i tempi, quella della Consulta di bacino del fiume Ledra promossa con il Comune di Artegna, che per alcuni anni ha svolto un’importante funzione, facendo propria una visione che superasse l’approccio parziale e settoriale con cui venivano gestiti i corsi d’acqua; ha avuto la capacità di comprendere che per gli ecomusei intervenire in un contesto geografico omogeneo, che superasse i confini amministrativi, avrebbe permesso loro di svolgere al meglio quel ruolo propositivo che si erano imposti.

«I Contratti di fiume sono forme di accordo che permettono di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale» (World Water Forum, 2000).

«I Contratti di fiume possono essere identificati come processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini idrografici» (Carta Nazionale dei Contratti di fiume, 2010)

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info 338 7187227
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Opera di presa a San Floreano di Buja (foto di Graziano Soravito)

Newsletter dell'Ecomuseo delle Acque | n. 387 | Ottobre 2024
Piazza Municipio 5 - Centro Storico | Gemona del Friuli
[email protected] | www.ecomuseodelleacque.it

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