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Un pane tra i confini

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Pan di sorc (foto di Ulderica Da Pozzo)

La mostra “Pan di sorc, un pane tra i confini”, promossa dall’Ecomuseo e dal Comune di Buja con il sostegno della Regione, verrà inaugurata venerdì 17 marzo alle 18 nella sala conferenze della Biblioteca di Buja. L’allestimento è costituito da due sezioni: la prima riguarda il progetto che ha consentito di recuperare un pane tradizionale a rischio di estinzione, con l’esposizione delle foto dei protagonisti della filiera (agricoltori, mugnai, panificatori, agronomi, artigiani…) ritratti da Ulderica Da Pozzo; la seconda parte è costituita dalla riproduzione di documenti provenienti dall’Archivio storico del Comune di Gemona e dagli Archivi di Stato di Udine e Venezia, nell’ambito dello studio svolto da un giovane ricercatore, Erik Girardo, per conto dell’Ecomuseo. Le gigantografie delle foto di Tarcisio Baldassi inframezzano l’allestimento.

La mostra incentrata sul pane e quanto vi ruota attorno (coltivazione dei cereali, macinazione, panificazione e vendita) riguarda solo apparentemente un tema specifico: lo è infatti tanto quanto la storia della vita e delle necessità quotidiane e imprescindibili di tutta la comunità gemonese. Una storia ambientale, sociale ed economica, ora come nei secoli passati. Lo “scavo” condotto negli archivi storici ha permesso di rinvenire diverse fonti utili, quasi tutte inedite e poco studiate, che assieme costituiscono un mosaico in grado di fornire apporti preziosi e “policromi” alla tematica: i documenti utilizzati da Erik Girardo per ricostruire il quadro gemonese spaziano dall’ambito pubblico a quello strettamente privato, da atti di vendita a incameramenti di beni. La mostra resterà aperta fino al 10 aprile, sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Il pan di sorc oggi è Presidio Slow Food e Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione. Al raggiungimento di questo traguardo hanno contribuito persone, gruppi, enti, istituzioni e associazioni che, coordinati dall’Ecomuseo, hanno dimostrato quanto sia importante fare rete. Il piano di lavoro, oltre all’obiettivo principale di riscoprire e valorizzare il territorio attraverso un prodotto tradizionale, ha perseguito anche una serie di obiettivi specifici: la creazione di una filiera di raccordo tra produttori, trasformatori, ristoratori e consumatori; il recupero di antiche varietà di cereali, circoscritte a piccoli areali di coltivazione; l’organizzazione di una rete di “conservatori” che si impegnano a preservare parte del germoplasma presente a livello locale; l’ottimizzazione e differenziazione delle pratiche agricole, attraverso la rotazione delle colture e la preservazione del paesaggio agrario. La preparazione del pane ricorda lo stollen delle comunità d’oltralpe, frequentate dai fornaciai bujesi tra Ottocento e Novecento.

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