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Dall'archeologia alla musica
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Resti della struttura absidata rinvenuti a ridosso del muro di cinta dell’Hospitale di San Giovanni (foto tratta da “La commenda di San Tomaso di Majano”, di T. Cividini e C. Magrini")

Nel prossimo fine settimana si intrecciano due iniziative di carattere culturale, entrambe volte a consolidare le conoscenze del patrimonio locale nella sua duplice veste, materiale e immateriale. Sabato 1 luglio alle 16 è in programma una visita archeologica al complesso dell’Hospitale di San Giovanni a San Tomaso di Majano, promossa dall’Ecomuseo e dalla Società Friulana di Archeologia in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Hospitale e condotta dall’archeologa Aljuscia Buttazzoni. L’Hospitale rappresenta, per il suo ottimo stato di conservazione e soprattutto per la presenza degli alzati, un unicum, in quanto delle altre strutture similari attestate in Regione si conservano soltanto le fondazioni o rari documenti storici e d’archivio. Prenotazione obbligatoria (massimo 20 persone).

Domenica 2 luglio alle 17 nella corte della Biblioteca a Osoppo, Borgo Cerere 2, si esibirà il gruppo “La musine dai cjants” formato da Lino Straulino (voce, chitarra, violino, bugul), Chiara Grillo (voce, tamburello) e Annalisa De Vittor (voce, bugul). Il concerto si intitola “Vôs tal timp” e fa parte della rassegna musicale “Note nei roccoli e nelle corti”, con spettacoli organizzati dall’Ecomuseo nei luoghi poco conosciuti del Gemonese: il trio proporrà l’esecuzione polivocale di canti della tradizione friulana più autentica e altri di propria composizione, che rispettano in quanto a stile testuale e musicale le peculiarità originali. Prenotazione consigliata.

La storia dell’Hospitale di San Giovanni ci è nota dal 1199, anno a cui risale la pergamena costitutiva. Il complesso è stato fondato lungo la Via d’Allemagna, strada che collegava il Norico con la bassa friulana e veneta e che, durante l’epoca medievale, ha visto il passaggio di numerosi pellegrini diretti a Gerusalemme. A partire dal 2006, sono stati avviati i lavori di recupero e restauro del complesso: il sito è stato oggetto di indagini archeologiche, le quali hanno dimostrato l’esistenza di precedenti assetti strutturali che attestano la lunga occupazione dell’area. A livello materiale, i reperti rinvenuti sono soprattutto frammenti ceramici riferibili a un arco temporale che va dal XV-XVI secolo al XIX secolo. La testimonianza più antica è una moneta databile al XII-XIII secolo e sembra riferibile alla fase di fondazione del complesso.

Il cantautore carnico Lino Straulino, dopo aver condotto un’approfondita ricerca sulle melodie tradizionali friulane e aver pubblicato il libro “La musine dai cjants”, ha fondato l'omonimo trio con Chiara Grillo e Annalisa De Vittor. Il concerto propone l’esecuzione di canti a più voci, rimandando alla caratteristica esecutiva tipica della musica vocale tradizionale di tutto l’arco alpino. L’accompagnamento è affidato a strumenti popolari come il “bugul” (strumento ottenuto da una zucca cava) e ad altri più moderni come la chitarra. Il trio, affiancando un repertorio antico a uno moderno, traccia un filo rosso che collega le nostre radici musicali a una proposta viva e attuale.

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